Caselle della Val Pennavaire
Scheda
Le comunità della Val Pennavaire furono prevalentemente pastorali come dimostrano le molte caselle disseminate sul territorio.
Si tratta di piccole costruzioni in pietra a secco che presentano varianti nella loro tipologia costruttiva e si trovano al di fuori dei centri abitati, in prati e pascoli o lungo strade e sentieri. Furono utilizzate da pastori, carbonai, boscaioli, mulattieri e mercanti con funzioni diverse. Sul territorio di Alto ne sono state censite 41 rappresentanti tutte le tipologie, da quelle pastorali a quelle agricole.
Vi sono caselle cosiddette temporanee utilizzate per brevi periodi d‘emergenza come una bufera, un temporale o un momento di riparo dal sole. Sono molto piccole ed hanno un aspetto povero,essenziale. Fra queste si possono distinguere, a seconda dei vari utilizzi: caselle pastorali, poste in zone di pascolo e utili come riparo per il pastore; agricole: usate per riparo sia degli uomini che degli attrezzi o dei prodotti; di valico: ad Alto ne sorge una lontana sia dai pascoli che dalle zone coltivate e perciò probabilmente fu utilizzata coma ricovero d’emergenza da chi percorreva quella strada.
Le caselle stagionali dovevano invece ospitare più persone per un periodo più lungo, quello necessario per cuocere una carboniera e per trascorrere l’intero periodo di pascolo in alpeggio. Per questa ragione sono più grandi delle prime e poste vicino ad altre strutture come recinti di pietra dove custodire il gregge durante la notte.
Il numero complessivo delle caselle censite su il territorio della Valle, articolata nei quattro comuni di Alto e Caprauna (appartenenti a territorio piemontese), Nasino e Castelbianco (in territorio ligure), è circa di 100 .
E’ interessante, vagando per i sentieri della Valle, andare alla scoperta di queste tracce nel paesaggio che ci raccontano di un passato oggi mitizzato,ma non poi così remoto.
Si tratta di piccole costruzioni in pietra a secco che presentano varianti nella loro tipologia costruttiva e si trovano al di fuori dei centri abitati, in prati e pascoli o lungo strade e sentieri. Furono utilizzate da pastori, carbonai, boscaioli, mulattieri e mercanti con funzioni diverse. Sul territorio di Alto ne sono state censite 41 rappresentanti tutte le tipologie, da quelle pastorali a quelle agricole.
Vi sono caselle cosiddette temporanee utilizzate per brevi periodi d‘emergenza come una bufera, un temporale o un momento di riparo dal sole. Sono molto piccole ed hanno un aspetto povero,essenziale. Fra queste si possono distinguere, a seconda dei vari utilizzi: caselle pastorali, poste in zone di pascolo e utili come riparo per il pastore; agricole: usate per riparo sia degli uomini che degli attrezzi o dei prodotti; di valico: ad Alto ne sorge una lontana sia dai pascoli che dalle zone coltivate e perciò probabilmente fu utilizzata coma ricovero d’emergenza da chi percorreva quella strada.
Le caselle stagionali dovevano invece ospitare più persone per un periodo più lungo, quello necessario per cuocere una carboniera e per trascorrere l’intero periodo di pascolo in alpeggio. Per questa ragione sono più grandi delle prime e poste vicino ad altre strutture come recinti di pietra dove custodire il gregge durante la notte.
Il numero complessivo delle caselle censite su il territorio della Valle, articolata nei quattro comuni di Alto e Caprauna (appartenenti a territorio piemontese), Nasino e Castelbianco (in territorio ligure), è circa di 100 .
E’ interessante, vagando per i sentieri della Valle, andare alla scoperta di queste tracce nel paesaggio che ci raccontano di un passato oggi mitizzato,ma non poi così remoto.